Camorra – Le Voci di Dentro

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MOSTRA, LIBRO, OPERA MULTIMEDIALE.

Libro fotografico

Cosa è il Progetto multimediale “Camorra Le Voci di dentro”?

Una mostra interattiva di fotografie riguardanti episodi di camorra degli ultimi venti anni con immagini, poesie originali e sintesi didascalica dei significati implementati da una video Installazione realizzata con musiche originali di Fabrizio Alessandrini , la Sequenza fotografica in dissolvenza di circa 100 immagini inerenti la guerra di camorra di Stefano Renna e i testi di Marco Salvia che danno voce ai  personaggi (Le Voci di Dentro) . Le storie e le suggestioni già presenti nella fotografia saranno esplicitate attraverso una interpretazione aggiuntiva nel video. dare vita così ad un opera unica che avvicinerà quanto più possibile Lo spettatore alla emozione reale causata dallo “incontro” con la realtà descritta. La semplice fotografia sarà una composizione originale, un’ opera completa, un’immagine da guardare, ascoltare, approfondire. Il tutto, in uno spazio dedicato anche al dibattito sulle mafie tra “Forze Sociali” e Istituzioni, con differenti Interventi sul tema della camorra, e di tutti quegli argomenti che ne riflettono la drammaticità; dal tema delle carceri  a quello della occupazione e oltre. questo perché riteniamo che ciò che cambia Il nostro punto di vista infatti non è Il sapere ma il comprendere e comprendere è un’esperienza percettiva della totalità dell’essere. L’accostamento di diverse discipline nel gioco comunicativo del multimediale e del digitale, ci permette di trasmettere a un Livello più profondo quello che la città di Napoli e l’Italia Intera vive ed ha vissuto negli Ultimi anni di accresciuta brutalità criminale. In questo lavoro troveremo quindi non Solo le immagini, ma l’animo e il significato del dolore estremo causato dalla morte violenta e insensata, spettro che accompagna la nostra vita da troppo tempo. Questa realtà è Intorno a noi e non  in  scenari di guerra lontani. Il progetto “Camorra Le Voci di Dentro” si completa con il “Live Act ” già presentato in capitali Europee quali Roma, Parigi e Berlino , in cui le drammatiche fotografie vivono anche di suoni, voci, grida, narrazione e musica, tutto quello che la comunicazione artistica legata anche alle nuove tecnologie ci ha consentito di fare.  Questo affinché un omicidio brutale e una realtà di sangue,  torni ad essere un fatto reale che riguarda tutti noi.

      

 VIDEO EPK ( ELETTRONIC PRESS KIT )

RASSEGNA STAMPA

Le motivazioni

L’assuefazione all’orrore, alla prevaricazione, alla violenza, indebolisce le nostre capacità di difesa. La camorra è ormai vista e interpretata dalla gente come una sorta di ordinaria “violenza primitiva” che regola di norma i rapporti tra gli uomini del nostro territorio anche a differenti livelli socio economici. Come tale abbiamo imparato cosi a classificarla e nostro malgrado ad accettarla. La criminalità organizzata ci ha imposto così una sorta di indifferenza difensiva perfino al massacro, e con questa indifferenza noi ci rapportiamo meccanicamente all’assurdo macello generato da questa guerra di potere tribale in tempo di pace. Questa verità di sangue, nonostante tutto, stride fortemente con la nostra preziosa normalità quotidiana di paese occidentale “culturalmente” e economicamente dominante. La noiosa ripetitività di ciò che di regola sarebbe da ritenere inaccettabile, ci ha condizionati, imprigionandoci in una sorta di pigrizia etica, una perseveranza dell’animo nel distaccarsi e deresponsabilizzarsi che ci conduce ad annullare il nostro profondo senso di sgomento e di rifiuto interiore davanti alle atrocità che sono avvenute e avvengono nella guerra di malavita. Il sangue a cui tale conflitto conduce, non è però acqua colorata, non è un trucco televisivo. Il prezzo di questo sangue è quello che la nostra società paga al sonno ipnotico in cui sono precipitati i significati reali dell’esistenza. Il risultato che ha prodotto tale disastrosa relazione tra noi stessi e il “fenomeno” può essere definito come uno svilimento dello spessore umano della nostra comprensione della vita. La scelta di trasformare in qualcosa di potenzialmente più utile questi venti anni di lavoro fotografico sul campo , con un metodo che esalti l’orrore e l’assurdo delle immagini fotografiche proposte, non è una squallida maniera di cercare il consenso tramite lo scandalo, non è un perdente obbiettivo retorico : l’intenzione è sincera e l’intenzione è “sentire insieme”. Cerchiamo il ricordo, il ricordo di noi stessi e di ciò che può accadere e accade in ogni istante anche a causa della nostra stessa indifferenza

EN

Camorra : “Voices from the inside” As we become vaccinated towards horror, misuse of power, and violence, our ability to defend ourselves from these influences is weakened. The Camorra is now seen and considered by people as a sort of ordinary ‘primeval violence’ which normally regulates the relationships among people in our territory, including different socio-economical classes. We have learned to classify it and to accept it as such, despite ourselves. Organized crime has now imposed a sort of defensive indifference upon us even when there is a massacre, so that we mechanically relate to the absurd slaughters generated by this sort of tribal power war which is being fought in times of peace. This reality of blood, in spite of it all, is in strong contrasts with the precious everyday normality of ordinary people living in a western country which is both ‘culturally’ and economically powerful. The boring repetition of what we should normally consider as being unacceptable has conditioned and trapped us in a sort of ethical laziness; our souls are persistently detached and lose their sense of responsibility. We are led to deny our deep sense of dismay and internal denial in front of the atrocities taking place in this war among criminals. This conflict leads to the shedding of blood which is not coloured water, not special effects on TV. Our society pays this tribute in blood to the hypnotic sleep which has made us lose the real meaning of our existence. The result of this devastating relationship between ourselves and this ‘phenomenon’ can be defined as a debasement of the human depth of our understanding of life itself. We have chosen to show the past few years’ work of photo reporter Stefano Renna which underlines the horror and absurdity of the photos we propose, not in order to find a squalid consensus through scandal, neither for the objective of useless rhetoric. Our motivation is sincere; we propose that through poetry and images, we ‘feel together’ the invisible feeling of those people who are “inside these photos”, people who are part of the camorra or who suffer from it. Understanding a phenomenon cannot and should not only be a report, because the facts we might report are the consequences of a way of thinking and being which we cannot relate to. Unless we get to know these people, their reality and way of thinking better, we will never be able to solve these problems. Let us look for our memory, the memory of ourselves and of what can happen and does take place in every moment, which is also because of our own indifference.

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